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Showing posts from March, 2014

Interludi #6 - Tu mi ascolti

© stux/CC Aspetto, auspico. Ti osservo mentre leggi. Mi fermo, attendo. Impassibile meditazione, la tua. Leggera impazienza, la mia. Ma poi sollevi gli occhi, mi fissi e chiudi il giornale, un sorriso soffice. Apro la bocca, finalmente torrenziale. E tu mi ascolti, papà.

Riflessioni da Trenitalia #3 - Verso Bolzano

© StockSnap/CC Infelicità, ti tocco in treno. Ti siedo di fronte e non ho di che asciugare le tue lacrime. Un fazzoletto, mi chiedi. Ma io non l'ho. Bella sei, pelle color cioccolato al latte, profondi occhi scuri e lunghi capelli lisci. Perché piangi? Indaffarata sul tuo cellulare rosa, sei. Le tue unghie rosso scuro picchiettano ansiose mentre tiri su col naso. E in tutto questo, io così me ne esco: "Tutto bene?". Ovvio che no. Mi prenderei a schiaffi. L'Alto Adige, fuori dal finestrino, sembra fissarmi contrariato. Anch'io non ho molta stima di me, sai. Ora-Auer. Oh perfetto: treno invaso da petulanti ragazzini. Guardo la mia amica in lacrime. Che sollievo: il suo volto latino sembra aver riacquistato un briciolo di tranquillità, una calma che prima non c'era. Le sue dita ora volano sullo smartphone, le sue labbra imbronciate non sono più. Di sottecchi, getta un'occhiata a me che sto scrivendo. Non sa che scrivo di lei.  Di sottecchi, g...

Interludi #5 - Come un filo di perle

© Efraimstochter/CC Biglietti mondani, e biglietti per il mondo,  racconti di viaggio, e viaggi in racconto,  amici scomparsi che ricompaiono,  conoscenze vecchie da rispolverare, bellezze incrinate da rimembrare, ricomporre, rinfocolare.  Posti splendidi da invidiare, e sensazioni da accarezzare.  India. Est. Asia. Nord.  Le parole poco sanno far parlare,  ma quel poco gustare ti fan fare.  Parole rotolanti,  in bocca viaggianti,  nel pensiero rotanti,  nelle orecchie ronzanti.  Un amico che risponde,  un monaco che incede  e poco concede  della propria privata fede. Assieme, la vita si sfila. Come un filo di perle.

Venire al mondo

© sathyatripodi/CC È la morte che è sempre stata la protagonista della filosofia, non la nascita. Dunque è proprio la nascita, coniugata in "Venire al mondo", il tema che è stato scelto per il primo incontro della Cattedra del confronto 2014 a Trento. In quanto inizio, l'uomo può dare inizio. «Perché fosse un inizio, è stato creato l'uomo», dice Agostino. Ogni nascita è come fosse una garanzia del mondo, ogni volta che si ripete, ogni volta che, paradossalmente, ritorna. Non di un nietzschiano ritorno dell'uguale stiamo parlando, ma di un miracolo che ritorna, autentico, in ogni attimo che vede protagonista chi nasce, e la sua mamma. Nella nascita, ciò che era uno diventa due, e uno dei due è sempre una madre : «non c'è allora un individuo - ben ha spiegato la filosofa Francesca Rigotti - bensì un di-viduo, perché si divide». Nascere, e venire al mondo, significa anche porre il problema della responsabilità. Chi mette al mondo ha una responsabilit...

Interludi #4 - Dalla pelle al cuore

© Ben_Kerckx/CC Una volta mi hanno detto una cosa che forse può sembrare scontata, ma che nella mia testa ha fatto "Zac!", proprio come fa un taglio netto recidendo una veletta di quelle anni '80 che ancora mia mamma ripiega con cura il sabato, mentre fa le pulizie. La cosa che nella mia testa ha fatto "Zac!" era la frase: "il cuore batte anche se non lo senti" . Che novità! Sarò tarda, ma non avevo mai riflettuto sulle implicazioni di una, all'apparenza, così scontata affermazione, che secondo me sono queste: il mondo va avanti anche se sei infelice , le persone sorridono anche se dentro di te piangi, i bambini nascono anche se ci sono le guerre , il tuo uomo ti ama anche se fai una cazzata, la tua bambina ti abbraccia anche se ti sei dimenticato del suo saggio di pianoforte di oggi pomeriggio, tuo fratello si ricorda del tuo compleanno anche se tu te ne sei fregato del suo. E non è finita qui: chi mi ha fatto, straordinariamente, rifle...

Miss Inquieta #9 - Scegliere, e scegliere fra opposti

© Julia Manzerova Sono un' indecisa cronica . Non è una qualche strana forma di reticenza, magari falsa, ma consiste proprio nell'incapacità congenita di prendere una scelta, di tagliar fuori tragitti dal mio orizzonte. È un omicidio, quello che compiamo quando scegliamo: uccidiamo tutte le altre possibili strade . Tuttavia, è l'unico modo per andare avanti, l'inevitabile prezzo da pagare e plausibilmente il metodo migliore per vivere . Per me, però, è difficile da accettare, ed in particolar modo se il bivio che mi si profila davanti porta a due opposti traguardi. Oserei dire che di norma le scelte difficili che ci riguardano non sono opposte: è probabilmente più arduo scegliere tra due cose belle che tra una bella ed una brutta . Basti pensare al noto apologo dell'asino di Buridano: c'è un asino, e si trova tra due mucchi di fieno perfettamente uguali fino all'ultimo filo. Che farà? Quale balla di fieno sceglierà per mangiare? Nessuna, piuttos...