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Showing posts from September, 2013

A Trento #3 - I baci di un pagliaccio

© Couleur Passeggio un poco imbronciata. Causa: la brutta giornata. Cammino con gli occhi bassi e non faccio caso a chi incontro. D'un tratto, una mano mi afferra e mi blocco di botto. Un pagliaccio col naso rosso e gli occhiali scuri mi fa un largo sorriso, tenendomi fermamente la mano. Me la gira, e ci posa sopra un bacio. Imbarazzata, cerco di andarmene. Lui non molla e mi allunga un cappello: "Suvvia, signorina, mi dia una monetina!" . Scuoto la testa e cerco di filarmela. Ma lui: "Non ci siamo già incontrati?", mi dice, e prima che io possa muovere un muscolo, mi posa un bacio sulla guancia.  "Ora me la dai una monetina, vero?", mi sussurra. Ma io riesco finalmente a sfilare la mano e, sorridendo, lo lascio lì. L'episodio, capitatomi circa un'ora fa, mi ha riportato il buonumore, anche se forse la mia condotta è stata senza cuore. Ho preso i baci di un pagliaccio, e nulla gli ho dato in cambio. Ripensandoci, ho riso di me ...

L'angolo del Filosofo #4 - Un'anima che si svolge

© musthaqsms/CC Sveglia di mattino presto. Colazione frettolosa. Treno acciuffato all'ultimo minuto. Il tutto per l'esame di Storia della Pedagogia, non esattamente la mia materia preferita. E, per di più, sono l'ultima della mattinata, sfortuna che si accumula alle sfortune. Gli sforzi dovrebbero fortificarci, così mi insegna mia nonna. Speriamo, dai. Alcuni argomenti, tuttavia, non sono male: quando la Montessori scrive ti par quasi di vederla, in mezzo a tutti i suoi piccini, intenta a far capire alle sue "direttrici" il metodo pedagogico giusto, il suo. Ma il mio preferito è Dewey, lui, sì, un filosofo nell'intimo anche quando parla di pedagogia. E una gran statura d'uomo, del genere che mi piacerebbe incontrare, almeno una volta nella vita. Una volta basterebbe (anche se probabilmente morirei immediatamente, se dovessi prenderne una dose massiccia). Ma  torniamo a bomba. Tra i vari esaminandi ecco davanti a me una giovane mamma che si...

Miss Inquieta #1 - La Logica non perdona

Ludwig Wittgenstein, pencil on board © Christiaan Tonnis/wikicommons Mi perdonino i logici. Mi perdoni la Logica stessa. Eppure, reduce per la seconda volta da un esame di questa splendida (e sfiancante) disciplina che è la Logica (enunciativa, dei predicati, modale), vorticosamente immersa in un tunnel di possibilità e necessità, verità e falsità, mondi possibili che potrebbero vedere altri mondi, oppur riflettersi su se stessi, pervengo ad una sofferta conclusione: la Logica non perdona. Perdonatemi voi, se potete. Cercando di raccogliere i cocci della me stessa che sempre un poco illogica è, mi ritiro nelle mie stanze, ai miei sogni notturni che di logico (per fortuna?) non hanno nulla. Miss Inquieta