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Showing posts from April, 2013

A Trento #2 - Approcci al 1 maggio

May Day March in Melbourne © Johan Fantenberg/CreativeCommons Passeggiavo un paio di giorni fa con un'amica in Piazza Duomo a Trento e mi imbatto in un ragazzo. Carino, ma nervoso. Mi ferma e fa per darmi un volantino, iniziando a parlare tutto in una volta: "Ciao, hai da fare il 1 maggio? Perché c'è questa iniziativa: il 1 maggio internazionalista. Vieni, è bello! Questo è il momento giusto per i lavoratori per unirsi in un obiettivo comune!" . Abbastanza colpita e incuriosita, anche perché Marx è uno dei miei filosofi preferiti, faccio per prendere il volantino e gli sorrido. Non l'avessi mai fatto. Invece di darmi il volantino, ritira la mano e mi anticipa: "Aspetta. Lo puoi prendere solo se mi dai il tuo numero".   Un po' infastidita, lo guardo con aria interrogativa. "Guarda - si affretta a dirmi lui - è solo per sapere quante persone ci saranno, mica per altro. Sapendo quante persone vengono, mettiamo le sedie giuste" . C...

Il filosofo: parassita o fertilizzante?

© Haeferl/wikicommons Tempo fa, Piero Angela, giunto a Trento, se ne uscì con questa frase: "I filosofi sono i peggiori consumatori di petrolio" . Perché in effetti i filosofi non producono nulla (di concreto) e consumano solamente. Secondo lui. Ma visto in un'altra prospettiva lo scenario forse cambia un pochino. Il filosofo non potrebbe essere invece un fertilizzante? Dare l 'humus al cambiamento? In questa visione, la comune ricerca filosofica che consta nell'interrogarsi su un problema  fa convergere aspetti e visioni del mondo che potrebbero costituire una nuova faccia, un nuovo input alla ricerca di una soluzione, e dunque costituire terreno fertile, humus , fertilizzante, alla nascita, crescita e proliferazione di idee e soluzioni, volte a cambiare le cose e non a lasciarle così come sono. D'altronde, Marx scriveva nell'XI Tesi su Feuerbach: "I filosofi hanno finora solo interpretato diversamente il mondo, ora si tratta di trasfor...

A Trento #1 - Riflessioni cimiteriali

Al cimitero di La Valle, Alta Val Badia (Bolzano)  © Giovanni Pracucci Ieri avevo voglia di cambiare rotta e location per un po', così ho preso e sono andata al cimitero di Povo. Non per far di esso la mia nuova residenza, ma per trovare (o ri-trovare) un po' di tranquillità. Il cimitero, bianco, rifletteva la luce del sole alto delle due di pomeriggio. A due piani, era diviso in quattro quadrati ed un basso muretto lo circondava. Me ne sono innamorata subito. Tutte attorno le montagne mi ammiccavano, gli uccellini cantavano, il sole mi riscaldava. Le campane hanno suonato i due rintocchi ed io ero lì, e ci sono stata per un'ora e mezza, a passare in rassegna ogni tomba: volevo leggere tutti i nomi ed immaginarmi le persone che una volta erano. Foto di volti giovani e meno giovani, schiarite dal tempo o più nitide. Tombe colme di fiori ed alcune, tristi, dove fiori non ce n'erano proprio. Alcune, bianche, dove non c'era assolutamente nulla. Una, in cui...