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Il filosofo: parassita o fertilizzante?

© Haeferl/wikicommons

Tempo fa, Piero Angela, giunto a Trento, se ne uscì con questa frase: "I filosofi sono i peggiori consumatori di petrolio". Perché in effetti i filosofi non producono nulla (di concreto) e consumano solamente. Secondo lui. Ma visto in un'altra prospettiva lo scenario forse cambia un pochino. Il filosofo non potrebbe essere invece un fertilizzante? Dare l'humus al cambiamento?
In questa visione, la comune ricerca filosofica che consta nell'interrogarsi su un problema  fa convergere aspetti e visioni del mondo che potrebbero costituire una nuova faccia, un nuovo input alla ricerca di una soluzione, e dunque costituire terreno fertile, humus, fertilizzante, alla nascita, crescita e proliferazione di idee e soluzioni, volte a cambiare le cose e non a lasciarle così come sono.

D'altronde, Marx scriveva nell'XI Tesi su Feuerbach: "I filosofi hanno finora solo interpretato diversamente il mondo, ora si tratta di trasformarlo", e la trasformazione presuppone appunto un terreno fertile ma anche un fertilizzante che ne permetta la fertilità: la filosofia, ossia la visione critica e comune, l'interrogazione continua e mai stanca volta alla ricerca.
Insomma: filosofi, siate fertilizzanti, siate coccinelle, insettuncoli che danno un aiuto preziosissimo, non date ascolto a Piero Angela, che pure dice molte cose giuste ed interessanti. Ma questa poteva rispamiarsela.

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