Skip to main content

Posts

Showing posts from February, 2013

Confini naturali ed artificiali: una lectio di Achille Varzi

Achille Varzi © Niccolò Caranti Il filosofo Achille Varzi, Columbia University, venerdì 15 febbraio ha tenuto una conferenza su "Confini naturali, confini artificiali: usi e abusi di una distinzione" presso l'Aula Kessler del dipartimento di Sociologia a Trento esordendo con una citazione di Lord Curzon of Kedleston, il primo studioso che distinse i primi dai secondi, cioè i fiumi, i mari, i monti contro la spada, la penna, il righello. L'uomo, ha affermato Varzi, si focalizza sui confini delle cose perché così facendo riesce a attribuire loro un'identità. I confini ci limitano, ma al tempo stesso ci definiscono , come i contorni di una figura (per esempio, i buchi del formaggio hanno dei confini ben precisi ed è per questo che li trattiamo come oggetti). Ci sono molti esempi nel mondo di confini artificiali tracciati senza il minimo rispetto per il territorio: uno fra tutti l'enclave di Baarle Hertog, cittadina belga nel territorio olandese nella ...

Se vuoi salvarti, leggi

© James DeMers Se vuoi salvarti, leggi. E se tu volessi addirittura salvare qualcuno, scrivi. Magnifica frase di Leo Ortolani. Perfetta per  Hannah Arendt , grandissima donna e filosofa ebrea del XX secolo. Nel testo "La banalità del male" , la filosofa riporta ciò a cui ha assistito in veste di giornalista al processo Eichmann, burocrate nazista. Eichmann, riflette la Arendt, è stato solo una pedina, un capro espiatorio, del tutto incapace alla relazione, a pensare e ad esprimersi se non con frasi fatte. Da qui si comprende, lei afferma, la banalità del male , poiché esso dipende dall'incapacità di pensare criticamente. Ed è proprio la banalità del male che lo rende particolarmente terribile: coloro che lo compiono diventano allora meri tecnici del male somiglianti tra loro e, soprattutto, somiglianti ci in tutto e per tutto. L'individuo deve invece assumere una posizione critica nella società, che però presuppone l'esistenza di una coscienza. L'...

Il rosso non ammette indifferenza

Foto mia. Sul pianerottolo della finestra della mia camera. Il rosso non ammette indifferenza. Così ha esordito suor Benedetta Selene Zorzi la settimana scorsa, ad una conferenza a Trento presso il collegio Arcivescovile. Il rosso: colore di sangue, colore di violenza. Il rosso nasce con l'uomo , con il parto. Caratterizza la nascita, ma soprattutto caratterizza la morte. I filosofi misurano la realtà con il metro della morte, perché comprendono che solo così le cose della vita acquistano un senso profondo. Solo quando si fanno i conti con la morte, quando si ha un valido motivo per morire, la vita acquista un valido motivo, un valido senso. Tutto ciò mi ha fatto pensare a molti filosofi. In principale istanza, però, a Nietzsche , al quale ho sempre associato il colore rosso, che tra l'altro è anche il mio preferito. Un rosso nietzscheano: un irrequieto sentimento nella forza di una passione senza scosse. Nietzsche, tra i miei "padri", è certamente il più prov...