In viaggio verso l'ignoto, tremo.
L'intensità del momento presente affonda le radici nella mia anima ammaccata e
ne cementa assieme i bordi frastagliati. Non so cosa mi attende. Nulla di ciò
che mi circonda ora lascia presagire verso quali lidi m'infrangerò.
Sono partita lasciandomi alle
spalle tutte le consolidate certezze raggiunte in anni di vita vissuta senza
pormi domande scomode. Cosa avviene nel cuore di una donna che, d'un tratto,
sceglie di cambiare vita? Repentinamente e senza voltarsi indietro? Lo sa solo
la luna, che in questa notte di luna piena, dall'alto della sua accecante
perfezione, commisera le mie pene, umane troppo umane, stiracchiando le membra
tondeggianti in una posa che sa vagamente di disprezzo.
Girovago, mettendo un piede
dietro l'altro con minimo sforzo. Fra poche ore prenderò un treno e dirò addio
al mio Paese. Non so bene se piangere o ridere, forse non farò nessuna delle
due cose: provare a rimanere intera nonostante i milioni di pezzi in cui mi
romperò sarà uno sforzo talmente elevato che espungerà ogni altro genere di
emozione dal fondo indistinto del mio cuore. Non ci sarà spazio né per il
pianto né per il riso, ma solo per l'ingenuo tentativo di avvolgere lo scotch attorno all'anima.
Mi muovo inquieta all'alba di
questa nuova vita. Voglio sperare in un domani ricco di promesse, in una terra
che mi sia amica. Voglio immaginare un futuro migliore di ciò che ho lasciato,
un avvenire luminoso, un insistente battito d'ali, un ritmo rasserenante, una
luce abbacinante. Voglio immaginare un dolce arrivo, un ignoto non-più-ignoto,
un popolo accogliente e delle braccia avvolgenti.
Sarà destinato a rimanere solo un
sogno, il mio? Ho fatto bene a mollare tutto? Riuscirò a cavarmela? L'ignoto
che mi attende mi abbraccerà stretta a sé come un amante o mi affonderà nella
melma delle paludi della vita come un nemico?
Le domande si affastellano le une
sulle altre nella mia mente, mentre i piedi sembrano continuare in solitaria,
come se già conoscessero la meta ultima. Ed invece no, non la conoscono. Ed invece no, non la conosco nemmeno io.
Fin dalla mia spensierata infanzia ho compiuto ogni cosa in vista di un
fine, di un obiettivo, di un traguardo che era sempre lampeggiante a neon,
giorno e notte, per fugare la remota possibilità che in qualche attimo della
giornata potessi dimenticarne le fattezze. Ciò mi è stato inculcato dai miei
genitori, dalla società, dal buoncostume,
al punto che dimenticavo che non venisse da me, al punto che l’avevo fatto mio
come se fosse cosa mia. E tuttavia, ad un certo punto qualcosa si è rotto, la
campana di vetro è esplosa in mille pezzi scintillanti e trasparenti che mi
hanno mostrato per la prima volta la realtà così com’è, nuda e cruda, senza
insidiosi traguardi – naturalmente sempre al di là della nostra portata – da
raggiungere in poco tempo, coi mezzi e le modalità più veloci possibili. No. Ciò
che conta non sta tanto nell’arrivo, quanto nel percorso. Ciò che la vita vuole
da noi è, semplicemente, che viviamo al meglio ogni attimo, nello spazio e nel
tempo di quell’attimo, per l’unico fine che è l’attimo stesso. Non c’è altro,
oltre l’attimo. Potrei morire, fra un attimo. Meglio viverlo pienamente, ora,
quest’attimo, non vivacchiarlo con la mente già tesa all’attimo successivo.
Per questo, ho deciso di provare a vivere come se ogni attimo fosse
l’ultimo. Per questo, ho deciso che sarebbe valsa la pena lasciare tutto ciò
che conoscevo per andare verso ciò che non conosco ancora. Laggiù, qualcuno mi
chiama. Il suo nome è Avventura, Coraggio, Verità.
Finalmente, la stazione. Non guardo i tabelloni, so che mi fermerò solo
quando il mio cuore lo vorrà. Lancio una monetina. Testa. Salgo sul treno alla
mia destra. Quello a sinistra, rosso nel suo smalto tutto nuovo, mi ammicca
come a chiedermi il perché della mia scelta. Caro treno, non so. Ma non ti
crucciare, di passeggeri più assennati di me sei affollato.
Io non faccio parte di loro.
Io non faccio parte di loro.
L’ignoto mi attende. Finalmente.
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Credo fermamente che ognuno abbia il diritto di esprimere la propria opinione, come qui io esprimo la mia. Vi invito anzi a farlo, sia che condividiate o meno i miei punti di vista. Apprezzerò dunque ogni commento vogliate lasciare su queste pagine, ma avverto che questo spazio non è uno sfogatoio.
Grazie e... che aspettate? :)
Sara