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Racconti #9 - La bambina

The little girl © ys15

Il letto sarebbe stato la sua tomba. Alice si rigirò, le coperte ammucchiate attorno alle caviglie, le palpebre troppo pesanti per poterle sollevare. Non sentiva la fame, anche se erano due giorni che non mangiava: troppa fatica alzarsi dal letto. Piuttosto sarebbe morta. Scopriva d'un tratto che il pensiero la lasciava del tutto indifferente. Niente l’avrebbe più anche solo sfiorata portando con sé altro male, era una promessa. Un limbo di dolce assenza di dolore, finalmente. Dopo una vita passata a soffrire se lo meritava, no? Dio, quanto odiava il giudizio stupido di gente che nemmeno la conosceva, di gente che, dopo un solo sguardo, credeva di aver capito tutto di lei. Ma che capivano. Stupidi borghesi col naso per aria. Se solo l'avessero abbassato, quel naso snob, avrebbero visto la melma dei comuni mortali, lo schifo di chi deve sopportare i colpi di un destino che non può fronteggiare e… 

«Mamma, alzati, devo fare pipì». 
Una bambina di otto anni con un pigiama a orsetti si materializzò nel bel mezzo del suo slancio creativo.  
«Tesoro, aspetta un attimino, devo assolutamente finire questo paragrafo. Lo sai che qui riesco a scrivere meglio…». 
Oddio, se l’avessero saputo, i suoi allievi, che la creatività le accendeva il cervello solo mentre stava appollaiata sul coperchio del water. 

…e forse, ma solo forse, non avrebbero sparato giudizi così a cuor leggero. Oh.  Ma lei, in cosa era meglio lei, Alice? Non si era confidata, non aveva permesso che le dessero un’immagine diversa di quella che aveva lei stessa affibbiato loro. Mmm. C’era anche quella storia, la bambina. La bambina coi riccioli biondi vicino al suo papà non aveva distolto lo sguardo, l’aveva ben guardata con gli occhi spalancati. E non si era spaventata, non l’aveva disprezzata. Le aveva sorriso. Alice di colpo spalancò gli occhi. La bambina era la chiave di tutto. Non l’aveva lasciata indifferente. Ce la poteva fare. 

«Mamma, ti prego ti prego ti prego». 
«Subito, amore». 

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