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© Johan1127/CC
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Se una cosa le sembrava ingiusta, non riusciva a stare zitta, si alzava in classe e la diceva davanti a tutti. Alle elementari aveva causato, così facendo, una faida incredibile tra le bambine più chic, lei che chic non era. Era la preferita della maestra di italiano, si prendeva i “Superbrava” sul quaderno e sguazzava tutta contenta nelle invidie che scatenava. Pensava di essere l’eroina del villaggio: un giorno sarebbe stata, alternativamente, la giocatrice di punta della squadra di basket femminile più forte al mondo, e una delle pianiste più dotate a livello internazionale. Non divenne nessuna delle due cose. Anzi, con il basket ed il pianoforte intrattenne un rapporto molto ambiguo. Da un lato, amava sfogarsi a correre come un’ossessa da una parte all'altra del campo di basket, arrivando per prima alla palla e riuscendo a prendere in contropiede le avversarie più velocemente di tutti. Però, una volta arrivata alla palla, le sembrava scottasse e doveva disfarsene il più presto possibile. Era perciò un caso più unico che raro che riuscisse a fare un canestro. Dall'altro, le piaceva immensamente suonare per se stessa e sentire tutte quelle belle note cristalline fondersi l’una sull'altra godendo della reciproca vicinanza. Ma quando doveva suonare per qualcun altro, incespicava sulle note come nella melma di un campo di patate dopo la pioggia, si accaldava come se avesse messo la testa nel forno e se la prendeva col pianoforte. Quello non la aiutava mica, se ne stava lì, tutto serio ed elegante nel nero della sua vernice, quasi come ad implorare l’arrivo di un pianista più esperto e meno timoroso di lei.
Andò a finire che quella ragazzina si ruppe il legamento crociato del ginocchio sinistro, e dunque disse addio ad ogni sogno sportivo, e smise di andare a lezione di pianoforte, anche se questo strumento musicale ancora sopporta di esser da lei suonato ogni tanto.
Miss Inquieta
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Grazie e... che aspettate? :)
Sara