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Riflessioni da Trenitalia #4 - Ecco a te, stella

© PDPics/CC

Quel giorno il sole non c'era. Scendeva una pioggerellina fastidiosa e si attaccava ai capelli e alla pelle lasciandoti la sensazione di aver ricevuto la ruvida leccatina di un cane. Ero insonnolita, dopo una notte passata a ballare ad un ritmo per me sconosciuto, e tutto mi sembrava confuso. Non avevo ancora aperto gli occhi del tutto e me li sentivo gonfi ed assonnati. Incapace d'intendere, avevo buttato giù un paio di caffè per riuscire ad assumere un'aria per lo meno rispettabile, ma l'intento, seppur lodevole, non aveva ancora trovato un esito adeguato.

Perciò incespicavo sui miei passi, trascinando la mia valigia azzurrina e tentando di velocizzare la mia andatura da bradipo. Sentivo male dappertutto e mi ripetevo in continuazione che ero stata una stupida a volermi alzare così presto. Stazione dei treni. Mi dirigo alle macchinette automatiche che sputano fuori biglietti, ma mi accorgo che su una c'è scritto "Non funzionante" e sull'altra "Inserire solo banconote. Ci scusiamo ma oggi non dà resto". Volgo pertanto lo sguardo alla solita fila in attesa davanti ai tizi in ufficio addetti a distribuire informazioni e biglietti e mi accorgo che – grazie al cielo! - non c'è nessuno che aspetta. Lentamente, dunque, mi ci metto io e aspetto il mio turno. Nel frattempo, osservo la situazione. Dietro uno sportello, un uomo di circa cinquant'anni dalla faccia simpatica e i capelli bianchi sta battendo al computer un biglietto per la signora che c'è davanti a lui. L'ho già visto varie volte, e cioè tutte le volte che taluni venerdì mattina mi prende la pazza voglia di acciuffare il treno per tornarmene nelle mie lande.

Oh, tocca a me. Gli chiedo il mio biglietto, lui mi regala un sorrisone da papà e con occhio azzurro intelligente mi spara: "Sette euro e ottantacinque". Gli lascio i soldi, lui mi dà il resto e, dopo che la stampante ha sputato il biglietto, me lo porge con queste parole: "Ecco a te, stella!". Gli sorrido di rimando e me ne vado. "Stella", mi ha chiamato. Già la giornata mi sembra migliorare.

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