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© Gabriela Pinto/CC
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Ecco che accade nuovamente che l'unico momento libero che ho per scrivere è mentre sono in treno. Giuro, non lo faccio apposta. Il mio tran tran quotidiano, però, ultimamente non mi lascia scampo e non trova requie, per cui sembra quasi doveroso alla mia vena creativa di erompere nelle due-tre ore di viaggio in treno. Non abbiatene a male, non è mica che il treno di per sè sia il luogo migliore nel quale sfogare il proprio lato oscuro, anzi. È uno di quei non-luoghi che tutti frequentano ed in realtà nessuno sopporta, nei quali tutti passano e nessuno si ferma.
Ma ora non voglio dilungarmi su questo, provo invece a limare i bordi dei miei pensieri evanescenti ed indirizzarli verso lo scopo per cui ho iniziato questo scritto cinque minuti fa. Un motivo c'è, ed è questo: ho vissuto (con tutte le implicazioni belle e brutte che questo verbo, talvolta bistrattato ed usato anche a sproposito, comporta) poco fa una conversazione, a tratti discussione, di un tipo molto diverso dalle solite abituali, nella quale ho concentrato le mie energie a tal punto che ora mi sento svuotata, pallina sgonfia che non si ricorda più come si rimbalza.
La conversazione verteva su Dio, la fede, la Chiesa, annessi e connessi. Ed è cominciata senza motivazione apparente, senza alcunché che lasciasse presagire il focus, nel bel mezzo di un pranzo fra amici. Mi sono sentita dire: "Ti reputavo una persona intelligente, non riesco a credere che sei praticante!". Immediata, insomma, l'identità, nella mente del mio interlocutore, fra intelligenza e la mancata pratica di una religione. Ho avuto un flashback, mi sembrava di essere tornata ai tempi di Galileo. Da millenni si interrogano su scienza e religione, su fede e ragione, ma mai mi sarei aspettata di venir bollata come qualcuno che non sa "leggere dentro", dal verbo latino intelligere, non sa cioè elaborare concetti e formulare giudizi poiché crede, e cioé ripone la sua fiducia, in un trascendente. D'un tratto mi sembrava che qualcuno avesse passato un colpo di spugna sulla Storia, per ricominciare da capo.
Non voglio ora riportarvi la discussione che poi naturalmente è seguita. Ammetto tuttavia che sbalordita sono stata assai nell'apprendere che i miei detrattori ad ogni buon conto avevano della religione l'idea che ha mia nonna, che ancora pensa che Adamo ed Eva siano persone realmente esistite. E da qui al giudizio gratuito sulla mia capacità cognitiva il passo non era tanto lungo.
Ma ora non voglio dilungarmi su questo, provo invece a limare i bordi dei miei pensieri evanescenti ed indirizzarli verso lo scopo per cui ho iniziato questo scritto cinque minuti fa. Un motivo c'è, ed è questo: ho vissuto (con tutte le implicazioni belle e brutte che questo verbo, talvolta bistrattato ed usato anche a sproposito, comporta) poco fa una conversazione, a tratti discussione, di un tipo molto diverso dalle solite abituali, nella quale ho concentrato le mie energie a tal punto che ora mi sento svuotata, pallina sgonfia che non si ricorda più come si rimbalza.
La conversazione verteva su Dio, la fede, la Chiesa, annessi e connessi. Ed è cominciata senza motivazione apparente, senza alcunché che lasciasse presagire il focus, nel bel mezzo di un pranzo fra amici. Mi sono sentita dire: "Ti reputavo una persona intelligente, non riesco a credere che sei praticante!". Immediata, insomma, l'identità, nella mente del mio interlocutore, fra intelligenza e la mancata pratica di una religione. Ho avuto un flashback, mi sembrava di essere tornata ai tempi di Galileo. Da millenni si interrogano su scienza e religione, su fede e ragione, ma mai mi sarei aspettata di venir bollata come qualcuno che non sa "leggere dentro", dal verbo latino intelligere, non sa cioè elaborare concetti e formulare giudizi poiché crede, e cioé ripone la sua fiducia, in un trascendente. D'un tratto mi sembrava che qualcuno avesse passato un colpo di spugna sulla Storia, per ricominciare da capo.
Non voglio ora riportarvi la discussione che poi naturalmente è seguita. Ammetto tuttavia che sbalordita sono stata assai nell'apprendere che i miei detrattori ad ogni buon conto avevano della religione l'idea che ha mia nonna, che ancora pensa che Adamo ed Eva siano persone realmente esistite. E da qui al giudizio gratuito sulla mia capacità cognitiva il passo non era tanto lungo.
Miss Inquieta
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Credo fermamente che ognuno abbia il diritto di esprimere la propria opinione, come qui io esprimo la mia. Vi invito anzi a farlo, sia che condividiate o meno i miei punti di vista. Apprezzerò dunque ogni commento vogliate lasciare su queste pagine, ma avverto che questo spazio non è uno sfogatoio.
Grazie e... che aspettate? :)
Sara