«Corri, corri a perdifiato, contro la corrente che trascina».
Parole di una canzone che mi ritornano ora alla memoria, girando e rigirando nel vortice sfilacciato della mia coscienza che dall'infanzia alla giovinezza non è poi mutata di molto. Correre a perdifiato: l'essenza del correre, corsa portata ai massimi livelli, correre senza modificare l'esagerazione disperata che dimora nell'intimità stessa di questo verbo.
Perdersi nella corsa è perdere tutto il superfluo del vivere, e correre a perdifiato è annullare drasticamente la propria verbosità per ritrovare ciò che si nasconde dietro e sotto le coriacee incrostazioni dell'anima. Nella mia relativamente breve vita non mi è capitato spesso. Non ho affrontato, correndo, mulini a vento, correnti impetuose, inarrestabili treni che puntavano verso e contro di me. Sono per lo più portata ad essere trascinata, a "lasciarmi correre", a "lasciar correre".
Però, in alcuni momenti, un guizzo di illuminante portata, di inesorabile certezza, mi avvolge e mi acceca, costringendo le mie gambe a muoversi, il mio spirito a risollevarsi in corsa, il mio respiro a perdersi in essa, la mia anima ad affrontare qualsiasi corrente contraria per affermare la me che non demorde, per affermare la me che non si perde. Per affermare la me che, nonostante tutto e tutti, vuole correre ancora e continuerà a farlo fin quando Qualcuno glielo concederà.
Parole di una canzone che mi ritornano ora alla memoria, girando e rigirando nel vortice sfilacciato della mia coscienza che dall'infanzia alla giovinezza non è poi mutata di molto. Correre a perdifiato: l'essenza del correre, corsa portata ai massimi livelli, correre senza modificare l'esagerazione disperata che dimora nell'intimità stessa di questo verbo.
Perdersi nella corsa è perdere tutto il superfluo del vivere, e correre a perdifiato è annullare drasticamente la propria verbosità per ritrovare ciò che si nasconde dietro e sotto le coriacee incrostazioni dell'anima. Nella mia relativamente breve vita non mi è capitato spesso. Non ho affrontato, correndo, mulini a vento, correnti impetuose, inarrestabili treni che puntavano verso e contro di me. Sono per lo più portata ad essere trascinata, a "lasciarmi correre", a "lasciar correre".
Però, in alcuni momenti, un guizzo di illuminante portata, di inesorabile certezza, mi avvolge e mi acceca, costringendo le mie gambe a muoversi, il mio spirito a risollevarsi in corsa, il mio respiro a perdersi in essa, la mia anima ad affrontare qualsiasi corrente contraria per affermare la me che non demorde, per affermare la me che non si perde. Per affermare la me che, nonostante tutto e tutti, vuole correre ancora e continuerà a farlo fin quando Qualcuno glielo concederà.
Miss Inquieta
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Credo fermamente che ognuno abbia il diritto di esprimere la propria opinione, come qui io esprimo la mia. Vi invito anzi a farlo, sia che condividiate o meno i miei punti di vista. Apprezzerò dunque ogni commento vogliate lasciare su queste pagine, ma avverto che questo spazio non è uno sfogatoio.
Grazie e... che aspettate? :)
Sara