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© Mariavittoria Giaroli Photography
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Ecco. Foglio bianco davanti a me, tante idee in testa, ma confuse. In concreto? Un nulla di fatto.
O meglio, mi sembra di essere tornata alle medie, davanti al mio professore di italiano che diceva "Sara, scrivi in modo troppo contorto, sii più semplice", troppe idee ma confuse insomma. Inseguo il sogno di far sognare con le parole, eppure mi perdo nel labirinto da me stessa ideato.
Niente di nuovo sotto il sole, forse. Ma la felicità del labirinto in cui mi trovo non me la porge il sogno, me la porge il labirinto stesso. Per caso?
Nel mondo imperversa l'asinità (ed io non ne sono esente), direbbe Giordano Bruno, del quale peraltro mi piacerebbe assai essere la reincarnazione (rogo escluso) e un po' mi solletica anche, visto che è morto il giorno prima della mia nascita, 391 anni prima. Per caso?
Se da una parte imperversa questa bestia, misericordiosamente qualcosa che ha a che vedere con solidarietà e affini si salva. Esempio lampante la signora che stamane mi ha aiutata, sebbene complete sconosciute fossimo, a scandagliare il selciato del marciapiede alla ricerca di un orecchino perduto, senza nulla chiedermi, ma solo donandomi il suo tempo per cercare un pezzetto di metallo, manco fosse stato oro. Per caso?
E, nel mezzo, siccome il vizio di voler far la simpatica a tutti i costi, che sconfina e sfocia in figure terribili che a giorni alterni mi vedono protagonista, mi possiede, lo esercito, e bene. Pentendomi sempre, ma troppo tardi. Questa volta, straparlando di brutto, discuto di prese di corrente, presentazione di me stessa un po' alla buona ma che ha l'intento di far sorridere, cosa che raggiungo. Senza però contemplare il fatto che davvero ci azzecco. E mi aggiudico pure la presa di corrente incriminata. Per caso?
Se per ora non avete capito granché di questo mio sproloquiare, non turbatevi. Se mi avete letto, non accade nulla per caso. Neanche se per caso un ragazzo conosciuto pochi giorni prima, tra mille posti di Trento dove potrebbe studiare, e sedere, vi si siede accanto, ignaro che il posto è il tuo. Per caso?
Sogni a caso, parole a caso, incontri casuali. Il tutto connesso elettricamente mediante una presa di corrente che, questa poi!, mai mi sarei aspettata di ricevere. Del tutto a caso. Come questo scritto che vi lascio, e che chissà. Che magari qualcuno, a caso, abbia voglia di leggere.
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Credo fermamente che ognuno abbia il diritto di esprimere la propria opinione, come qui io esprimo la mia. Vi invito anzi a farlo, sia che condividiate o meno i miei punti di vista. Apprezzerò dunque ogni commento vogliate lasciare su queste pagine, ma avverto che questo spazio non è uno sfogatoio.
Grazie e... che aspettate? :)
Sara