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Dama con l'ermellino © Leonardo Da Vinci/wikicommons |
“La Grande Dama è ancora addormentata. Che dici, Pierre, la svegliamo?”. A parlare era un’eterea figurina con le vesti svolazzanti, la stessa che molti curiosi ed appassionati d’arte stavano ad ammirare la mattina nel suo bel quadro dalla cornice antica. “No, lasciamola dov’è! Abbiamo un incarico da svolgere, ricorda!”. Pierre, un aitante cavaliere di un quadro settecentesco, uscì con un balzo dalla sua cornice e si affiancò a Samantha, la fanciulla eterea e luminescente che gli aveva parlato. Insieme, mano nella mano, si avviarono danzando nell'aria, alla sala est del castello dove vivevano ormai da tre secoli.
Quella era la notte fatidica: Samantha e Pierre avevano ricevuto l’ordine dalla Grande Dama di svegliare tutti i quadri del castello, cosa che non accadeva da più di cento anni poiché molti erano già entrati in un’immobilità quasi eterna. Quando tutti furono svegli, o la maggior parte, si riunirono nella sala ovest dove li attendeva la Grande Dama in persona, un po’ assonnata. Subito, però, la gentildonna prese la parola e disse: "Da moltissimi anni non accadeva che ci ritrovassimo tutti assieme, ma ciò è avvenuto per una ragione: ieri ho avuto modo di sentire da un guardiano che questo castello verrà ora demolito...". Si alzò un grandissimo mormorio e la Grande Dama faticò non poco a riportare la calma in sala. "E tutti i quadri verranno traslocati, ognuno in un posto diverso dell’Inghilterra. La sorte infatti prevede di separarci. Con grande rammarico ed afflizione ve lo comunico".
La Grande Dama si asciugò una lacrimuccia, ma poi si riprese e continuò con voce fievole: "Prima di lasciarci, bisogna tuttavia che voi promettiate che mai e poi mai svelerete ad alcuno i segreti di questo castello. Conoscete inoltre la punizione per chi trasgredisce a questa regola: l’immobilità permanente nella cornice e l’impossibilità ad uscirne". Tutti i personaggi, abbracciandosi e salutandosi, promisero con gravità, commossi e tristi. Samantha e Pierre, che non avevano aperto bocca, mani nelle mani si guardarono negli occhi per un istante interminabile, prima di darsi un ultimo, tenero, struggente bacio d’addio.
***
Il mattino dopo uno degli addetti ai traslochi si fermò un poco di fronte al quadro della Grande Dama. Una lacrima simile ad una perla le era rimasta impigliata tra le ciglia e l’uomo, sorpreso perché sembrava che il quadro piangesse veramente, la asciugò. La Dama, riconoscente, gli sorrise. L’uomo rimase stupefatto e pensò di essere impazzito. Quindi riprese con tutta calma il metodico lavoro di staccare i quadri dalle pareti.
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Sara