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Chissà se... #1 - Rosso Malpelo. Dieci anni dopo

Carusi all’imbocco di un pozzo della zolfara, 1899 © Eugenio Interguglielmi /wikicommons

Nelle notti di luna piena può capitare di vedere all'ingresso della cava della rena rossa un’oscura figura avvolta in un nero mantello, dal passo esile e leggero, dalle mani bianche e scarne, fuggevole apparizione che emette lunghi e disperati lamenti, singhiozzando rivolta all'entrata cavernosa della cava. I pochi viaggiatori che giungono sul luogo ed ascoltano i gemiti che la disperata produce hanno il cuore straziato e rimangono così fortemente turbati dalla voce della donna, inumana, che lanciano gridolini terrificati. Non è raro sentirli.
C’è un uomo, però, un minatore per l’esattezza, che non sembra granché sconvolto. Il suo soprannome è lo Sciancato. Egli segue l’apparizione senza farsi vedere e una volta ha persino scorto il viso dell’inquietante fantasma. Conosce molto bene quel viso: è il volto della madre di Rosso Malpelo, un malvagio ragazzino scomparso da circa dieci anni, che egli soleva picchiare e beffare. Ma cosa ci faceva lì sua madre, che si era risposata da tempo e non aveva mai provato un poco d’affetto per quel figlio disgraziato? In realtà la donna era rimasta quasi uccisa dai rimorsi e, sconvolta dagli incubi riguardanti il suo primo marito, il povero Mastro Misciu, e il figlio Malpelo, era scappata dalla sua nuova casa senza lasciare nemmeno un messaggio. Distrutta dai sensi di colpa, era tornata nel sobborgo dove era stata sposa di Misciu ed ogni notte di luna piena veniva alla cava dove era scomparso Malpelo. Non si faceva vedere da nessuno e si era ridotta ad uno scheletro, così disperata da dimenticarsi di mangiare. Si abbandonava alla morte con gioia.
Quella notte lo Sciancato la segue come al solito, ma è una notte diversa dalle altre: il cielo è del colore del sangue e nubi cupe incombono sulla terra. Arrivata alla cava, la donna inizia il suo lugubre lamento ed estrae qualcosa dal mantello. É un lungo coltello, scintillante alla luna, che lei, alzando gli occhi supplichevoli a quel cielo d’oblio, si conficca nel cuore con liberazione. Poi cade a terra, su quella terra di rena rossa che ha inghiottito la sua famiglia, morta.
Lo Sciancato è il solo, indifferente, testimone.

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