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scorcio di Trento, da via Grazioli |
Non sono una dormigliona, no. Eppure, non disdegno una salutare dormita di almeno otto ore. Tuttavia, ci sono volte in cui questo assunto, imprescindibile per il mio equilibrio psicofisico, non viene da me assolto in quanto mi si impongono alla mente pensieri del tipo: "Ma sì, per una volta che dormo meno, che vuoi che sia!", o ancora "Beh, recupererò nel pomeriggio". Invece, toh!, il danno è fatto. Nonostante ciò, svegliarsi prestissimo, verso le quattro o le cinque del mattino per capirci, è un'esperienza che consiglio a tutti perché si tratta di un pezzo di vissuto a metà tra il magico e il surreale, nel mezzo di un'esperienza empirica e di un'esperienza estatica.
Non ridete di me, su, cercherò di argomentarvi al meglio le ragioni per cui dico questo, sfoderando la mia ratio discorsiva per quanto mi è possibile sfoderarla alle 6 del mattino, seduta in treno sonnacchiosa, mentre fuori dal finestrino i monti trentini devono ancora stiracchiare le loro membra verdognole alla luce del nuovo giorno. Giocoforza, e per via di un'intima pigrizia simile all'indecisione di cui mi sento affetta senza rimedio, mi capita spesso di dover prendere un treno alle sei del mattino, e perciò svegliarmi quantomeno alle cinque. Occhi semichiusi, e capelli arruffati sparati in tutte le direzioni, preparo la valigia in un nanominuto e mi fiondo giù per le scale, rischiando di inciampare ad ogni passo per via di una disattenzione congenita, rabbrividendo d'anticipazione per la passeggiata di venti minuti a piedi che devo intraprendere nel mezzo della città di Trento per non rischiare di perdere l'unico treno che ho. E, immancabilmente, alle cinque del mattino di una Trento deserta e molto affascinante, velata di innocenza e carica di sopore, incontro un vecchietto grigiovestito che, sorridendomi, mi saluta sempre, seduto all'esterno di una chiesa.
Le prime volte che lo incontravo, mi prendeva un colpo. Poi, ho accettato il fatto che l'omino deve avere un bioritmo assai diverso dal mio, dato che è sveglissimo e tutto arzillo, e mi augura "buon weekend", "buon ponte", "buone vacanze", "buona domenica", non mancando mai una festività e non confondendo mai un giorno con un altro, né mai ripetendo le stesse parole. Ma non è l'unico incontro che si possa fare, alle cinque del mattino lungo le strade trentine. E proprio qui sta il bello. E proprio qui sta la ragione per cui vi esorto ad alzarvi alle cinque per provare quest'emozione.
I vostri passi sono gli unici che risuonano sul selciato, la vostra è l'unica valigia che scivola ronzando sul porfido, la vostra l'unica ombra che notate lungo i muri delle case e dei negozi del centro. Ma di sicuro il vostro non è l'unico respiro che sentite mentre camminate. Un uomo lungo disteso sul marciapiede, che dorme della grossa abbracciato ad un plaid, ecco cosa vi aspetta. Un ragazzo, che si dev'essere preso una bella sbornia, testimonianza ne è la bottiglia vuota ai suoi piedi, che russa scomposto seduto sui gradini della fermata dell'autobus, ecco cosa vi aspetta. Il profumo delle brioches che i fornai stanno infornando nelle panetterie e nei panifici, il giornalaio che alza le saracinesche meditabondo mentre legge in anteprima le notizie dei giornali che andrà a vendere, un ragazzo che come te, trascinando una valigia, ha l'aria di chi è stato buttato giù dal letto dalla sua nonna, e condivide con te la stessa malaugurata sorte, scoccandoti uno sguardo di muta solidarietà.
Ecco ciò che vi aspetta, e scusate se è poco. Arrivati che sarete in stazione, e saliti in treno, non riuscirete più a chiudere occhio, tante sono state le sensazioni inusitate provate in quel lasso di tempo che è passato, nel lasso di tempo che va sotto la dicitura "cinque del mattino". Non vorrete perdervele, no?
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Credo fermamente che ognuno abbia il diritto di esprimere la propria opinione, come qui io esprimo la mia. Vi invito anzi a farlo, sia che condividiate o meno i miei punti di vista. Apprezzerò dunque ogni commento vogliate lasciare su queste pagine, ma avverto che questo spazio non è uno sfogatoio.
Grazie e... che aspettate? :)
Sara